Alcune considerazioni per costruire una Sinistra con soggetti alleati all'altezza !

12.09.2017 19:50

Alcune considerazioni per costruire una Sinistra con soggetti alleati all'altezza !

La lettura di alcuni libri consente questa riflessione di Alessandro Claudio Orefice:



LETTI A UNA PIAZZA (di Alessandro Claudio Orefice)

Autunno: 4 libri da affiancare per la lettura per meglio comprendere come abitare il nostro tempo civico

Populismo 2.0 - Marco Revelli, Einaudi

Pensare altrimenti - Diego Fusaro, Einaudi

L'autunno della repubblica - Maurizio Viroli, Laterza

La schiavitù del capitale - Luciano Canfora, Il Mulino

Indichiamo la lettura di alcuni libri per chi ama formarsi e difendersi in tempi in cui Cassandra accondiscende a tacere alle promesse rassicuranti ma, alla prova

dei fatti, risultanti vieppiù accidentate da mistificazione, da tagliole dello storytelling coadiuvate dalla propaganda assecondata da una varia congerie di trappole mediatiche, all'insegna del marketing della peggior specie, moda e tendenza collettiva. Come fare a distinguere il mestatore nel torbido politico che si accinge a smantellare dietro le quinte le conquiste d'uguaglianza novecentesche, da un sincero leader che si esponga al serio e responsabile giudizio di verità?

Ecco, allora, un trittico di indicatori suggeriteci dalla lettura parallela dei quattro titoli (sul quello di Fusaro, si

dirà qualcosa a parte). Essi fungono da batteria di test che certo sarebbe piaciuta a messer Machiavelli per

smascherare l'impostore di ogni era che, con la scusa di 'sporcarsi le mani' come fosse una virtù, coltivi di pari

passo la corruzione e alimenti il populismo, sbandierandolo come fervido esempio dei tanti vantaggi localistici

che comporti la "servitu' spontanea al mercato della Politica:

Indicatori di verosimiglianza di autenticità politica:

1. C'è un effettivo governo della legge? -> cioè: la legge, è più forte degli abusi di TUTTI gli uomini?

2. Vengono premiate le Virtù politiche? -> cioè: esistono e sono seguite regole per cui alle più alte cariche

degli Officia, accedono senza ostacoli i più onesti e saggi (cioè i competenti)?

3. E' regola osservata che per viaa della povertà non sia preclusa la via ai grandi Onori? -> cioè: se tu sei

povero ma intelligente e bravo, hai riconoscimento egualmente?

Gli indicatori sottendono che:

-  la virtù civica principale italiana consiste nel desiderio di realizzare qualcosa di politicamente grande, esemplare, formativo, proponendo un modello che sia riconosciuto come tale dalle persone buone ed intelligenti; 

-  il riconoscimento politico attestato dal voto dato dagli elettori, al contrario non risulta di per sé un indicatore pertinente in tal senso: perché il voto tace dei motivi, attesta del solo fatto del risultato conseguito. Semmai, se associato ad altri indicatori di inefficienza (scolarizzazione bassa, sciatteria riguardo al bene pubblico, inoccupazione et similia) è indicatore di una propensione di pericolo per la democrazia, di quanto essa sia svilibile ad oggetto di scambio e di condono, di propensione al conseguimento del tantundem del consenso da parte di chi si persuada ad accettare la sottomissione in cambio della promessa della soddisfazione di interessi
personali.

Così non è di meraviglia che il quotidiano svilimento della fiducia nelle Istituzioni pubbliche se pure diffuso come coltura industriale al Nord Italia, si manifesti quale 'coltura' diffusa dell'indifferenza più rurale al Sud, secondo un codice comportamentale di (ab)usi e abitudini familistico feudali propri, con proprie ragioni storiche antropologiche, succube e devoto all'isomorfismo informale, poco propenso a ricorrere a regolative del 'costume' nel senso nazionale invocato con disperazione dal Leopardi, per decidere la qualità dei comportamenti di partecipazione politica e di scelta di vita quotidiana.

Risulterebbe pertanto esempio di un agire politico demagogico, ignorare le specifiche variabili antropologiche di usi ed abitudini al Nord ed al Sud nel varare una strategia da seguire per il cambiamento e l'emancipazione dal 'controllo delle anime'..

Equo e solidale è invece un discorso che declini tali variabili in premessa così da caratterizzare l'analisi delle

problematiche diversamente per approccio e metodo di soluzione, senza affrettarsi a frullare le diverse soggettività mischiate assieme ai medesimi temi, così risultando devoti ad una astratta ma poco equa, logica

di giustizia distributiva che di giusto ha solo l'apparenza e nel contempo mostrando anche di ignorare le differenze

che ci dicono che l'avversario al Sud è propenso a marciare quotidianamente con i piedi nelle stesse scarpe

amiche; perchè ciò significherebbe ignorare la realtà delle diverse antropologie, le idiosincrasie ed i comportamenti di fruizione

praticati. Altrimenti ci si mostrerebbe posseduti da assunti mitologici ma non storici, assecondando a ragione

quelle predittive dei ben noti comportamenti dei leader protesi comodamente a pompare consenso con arcinote e parodistiche marcette partecipative.

E' rispondendo alle domande che pone questo caveat (in odore di eresia per i molti e rivolto per questo 'da pochi a pochi'), che chi

scrive diffida dalla cornice dell'azione organizzativa che fa da premessa alle pur buone idee di unità e partecipazione espresse nel documento del 18 giugno 2017, 'Appello di Alleanza popolare per la democrazia e

l'uguaglianza' (redatto da persone che peraltro apprezzo per la loro spiccata propensione umanistica ed il

senso civico), perché mostra di non considerare una necessaria declinazione di punti e spunti che ostacolano la

partecipazione al Nord come pure di quelli che specificamente la ostacolano al Sud (come carenza di un continuum

ideale su cui collocare i diversi gradienti), assumendoli invece in premessa come identici, così da rinunciare ad

elaborare le differenze, in corpore vili, del termine "cultura" mostrando una decisa indifferenza per la problematica

storica e la distanza antrolopogica da cui partire per influire sulle specifiche culture e da quel vulnus specifico

che agisce come od ostacolo al cambiamento. E' perciò controintuitivo sostenere sui temi contemplati
nel documento di cui all'Appello (temi quali cultura, scuola, lavoro, ecologia, modelli sostenibili, miti mistificatori,
ecc...) identiche modalità descrittive, che invece esigerebbero diversificati approcci di metodo di approccio
già in premessa. Prescindendo da quelle variabili che localmente favoriscono le infiltrazioni corruttive
nelle diverse dislocazioni geografiche.

Così, affermare testualmente che "Un simile progetto e una lista unitaria, non si costruiscono dall'alto ma dal basso, con un processo di sistema aperto", fa a pugni con "Che parta dalle liste civiche già presenti su tutto il territorio nazionale".

Mentre a sua volta l'affermare: "...che si apra a tutti i cittadini per decidere insieme con metodo democratico", fa a pugni con l'oggetto: "programmi e candidati".

La vera zavorra del Sud non è rappresentata dalle sole mafie di poche persone criminali, con molto potere

anche al Nord, ma da masse di persone ed entità organizzate impermeabili alla partecipazione: spesso gravide

di impotenza, use all'impulso ad essere dominate dall'abitudine alla ricerca di un potere che la faccia da padrone come principale risorsa e che spesso, con disinvoltura, metabolizzano la legge come ostacolo da cui

prescindere.

Il fatto che si possa contare per la partecipazione ed il voto su una minoranza di borghesia ricca di rendita fondiaria,

Il fatto che ci siano avanguardie, apparentemente illuminate, non smentisce nulla riguardo a questi caveat.

Il trasformismo spesso è ancora più vischioso, la permeabilità ancor più inesplorata e le alleanze politiche di

risulta spesso ancor più sorprendenti ed inquietanti.

Una sola considerazione specifica sul libro di Diego Fusaro: autore che dice cose assai cattolico reazionarie sul

presente sempre assai dialettiche e di marxismo filosofico con riguardo al passato.

Un libro assai prezioso il suo per altro verso complottista riguardo alla degenerazione da questi supposta riguardo alla famiglia naturale, ex se buona perché borghese, valoriale, patriota e sovrana. Proprio come
quella ideale ammirata dall'ultimo Hegel, il cui figlio partorito dalla dialettica dei coniugi, ha il favore benedicente dello spirito che la glorifica quale sua manifestazione nella storia . Un bel pacco, insomma, per mischiare controllo delle nascite, differenze di genere e transgender così da rinviarlo al mittente della modernità. Ma anche un proditorio tradimento di Marx che su queste libertà borghesi, le note problematiche del secondo tempo della

politica dei due tempi, quello mai mandato in onda dai vetero comunisti ortodossi, un po' carente è stato, non

essendo ancora venuta al mondo la discepola di Gyorgy Lukacs, Agnes Heller con cui sarebbe stato possibile discutere

fuori mercato anche della teoria dei bisogni, avendo dovuto invece Marx limitarsi al confronto con l'esperto di

famiglia e vecchio amico Engels, senza poter approfondire oltre, incalzato come tutto fu più da eventi comunardi
e rigurgiti repressivi che dalle eco della ricerca scientifica sull'inseminazione eterologa.